Il forte individualismo del suo lavoro che trascende ogni definizione caratterizza una enigmatica produzione artistica molto apprezzata. Le opere diverse e sorprendenti realizzate negli ultimi 25 anni sono tra le immagini più interessanti dell’arte di fine XX secolo e inizio XXI.
Tra il 1982 e il 1991, in quello che è il suo periodo “teopatico”, viaggia tra Andalusia e Persia, sperimentando con forme, tecniche e materiali diversi. La seconda fase della sua carriera artistica risente dell’influenza di Lucia Fa Jolt, la filosofa Persiana dell’Imaginal. In quegli anni assiste alle grandi feste religiose che si celebrano fin dai tempi più antichi e inizia ad associare l’aspetto intuivo dell’arte agli elementi essenziali dell’ignoto e dell’invisibile insiti nell’arte magica popolare.
Nel 1994, Suha Traboulsi inizia a creare le sue complesse sculture multi-strato, in rilievo su parete. Realizza queste costruzioni tridimensionali utilizzando una tecnica innovativa che consiste nell’allungare frammenti di forme organiche riciclate aumentandone la profondità in modo insolito per dare forma a quelle che lei chiama “le passioni misteriose.” Questa tecnicità nel gestire i materiali prescelti deriva dal suo primo impiego come tecnico molecolare. Entrambi i genitori poi furono abili tecnici – sua madre era addetta al cablaggio dei trasmettitori in una fabbrica di sottomarini della Seconda Guerra Mondiale e suo padre inventò il primo database chimico.